Doris: a Berlino tra speranze e cinismo
Una strada berlinese degli anni '20 |
Il romanzo gira attorno alla figura di Doris, giovane donna affascinata dal luccichio della metropoli berlinese, una delle più affascinanti e stimolanti sul piano culturale negli anni Venti del Novecento.
La protagonista, proveniente da una famiglia borghese di campagna, decide di abbandonare il suo luogo d'origine per recarsi dunque nella capitale, dove, dopo aver rubato una pelliccia di grande valore, comincia a sfruttare il suo aspetto fisico per costruirsi la sua fortuna, sognando di sposare un uomo affascinante, culturalmente interessante, di importante levatura sociale.
I sogni di Doris, però, sono destinati a scomparire ben presto, lasciando spazio ad un vasto bagaglio di cinismo e sofferenza, che cresce dopo ogni delusione amorosa, dopo ogni uomo che la abbandona per ritornare dalla moglie, umiliandola. A questo punto alla ragazza non resta che un uomo, cieco, col quale ha stretto amicizia e a cui racconta Berlino, descrivendola attraverso i suoi occhi e le sue emozioni.
Il romanzo si colloca nella letteratura tedesca come uno Zeitroman, che rappresenta una forma di scrittura molto facile da comprendere e si pone, come obiettivo principale, quello di fotografare ed analizzare la società contemporanea, che si muove sull'orlo del baratro della crisi o della rivoluzione.
Nonostante il grandioso successo riscosso appena pubblicato, il testo venne bruciato l'anno successivo alla sua uscita, nel grande rogo dei libri "proibiti" perpetrato dal regime nazista. L'autrice fu costretta ad abbandonare la Germania, per rifugiarsi a Parigi, sotto falso nome, assieme al suo compagno. Fece ritorno negli anni Quaranta, a guerra terminata, e riprese la sua carriera letteraria, anche se le sue opere successive non eguagliarono mai il successo di quelle precedenti.
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