Una "Lacri-ma" per essere noi stessi

Ci ho messo un po' ad andare ad ascoltarla, ma alla fine posso dire con convinzione che "Lacri-ma" di Gazzelle è uno dei brani più evocativi che abbia mai ascoltato.

Un testo molto particolare, fatto di giochi di parole, che si intrecciano tra loro formandone delle altre ed esprimendo il dolore per la rottura di una storia d'amore e la solitudine che ne consegue.
Tuttavia, non è solo questo ciò a cui ho pensato quando ho ascoltato la canzone. Forse il fulcro non è solo la delusione ed un cuore spezzato. Per me è altro. E' la nostalgia di posti visti e nei quali vorrei ritornare, la necessità di riavere una normalità, la certezza che possa permettermi di salire sul primo volo e raggiungere i posti a me più cari, o di viverne degli altri. O magari semplicemente scappare. La nostalgia di potermi concedere del tempo fuori dalla - spesso - pesante linea del quotidiano.

Quello che viene fuori, a mio avviso, sia con la fine di un amore che di un ipotetico viaggio, è quel senso di amarezza che combatte con la voglia di volerne ancora. Ancora più amore, ancora più tempo per mettere la vita in pausa e godersi il proprio tempo, ancora più libertà, anche di essere sé stessi. In una relazione, in un qualsiasi posto nel mondo, in una canzone.  



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