"Emily in Paris", una serie da una puntata che tira l'altra
"Emily in Paris" è una serie televisiva distribuita su Netflix a partire dal 2 ottobre scorso.
La storia è quella di Emily Cooper, ragazza giovane ed intraprendente, alla quale si presenta un'opportunità di lavoro inaspettata quanto fantastica: volare da Chicago a Parigi, per collaborare con una nota azienda francese che si occupa di marketing.
Nonostante le difficoltà iniziali dovute sicuramente alla differenza tra la cultura americana e quella europea, e francese nello specifico, la protagonista fa di tutto per "guadagnare punti" non solo agli occhi dei suoi colleghi, ma anche del suo capo, una donna apparentemente rigida e poco propensa ad accettare i consigli di una giovane donna.
Da questo punto di vista è emblematico il primo "problema" a cui Emily deve far fronte. Le viene infatti assegnata una pubblicità di alcune supposte vaginali per donne non più giovanissime. All'inizio riluttante nell'accettare questa nuova sfida, la ragazza si trova di fronte ad un problema "di genere", se così si può dire, e sfrutta la differenza tra lingua inglese e lingua francese per promuovere il prodotto. Il successo dell'iniziativa è tale che addirittura Brigitte Macron, first lady francese, condivide la riflessione sul suo account Twitter.
A questo punto la carriera di Emily sembra in ascesa inarrestabile, ma attenzione agli intoppi...
In tutto questo trambusto, la protagonista si trova a far fronte anche ad una vita amorosa tutt'altro che tranquilla, e come vedremo nel corso delle dieci puntate di cui la serie è composta, questo aspetto si intreccerà anche con le sue amicizie, ma non voglio fare spoiler.
Ciò che posso dire è che "Emily in Paris" è una serie costruita per portare lo spettatore a staccare la spina dai suoi pensieri e vivere momenti di alti e bassi insieme alla sua protagonista. Ci porta a fare il tifo per lei, ad amare ed odiare le sue stesse cose, e a sognare in una città in cui non si può essere "solamente" turisti.
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