La vergogna non è la mia, ecco perché
"La vergogna non è la mia".
Guendalina Tavassi, ex concorrente del Grande Fratello è stata vittima di hacker che hanno diffuso sul web video intimi che la donna ha girato con suo marito. Godendo di un momento intimo, e dunque privato. Che è stato dato in pasto al mondo per dimostrare cosa?
E' del 18 novembre la notizia di una maestra d'asilo di Torino che non solo ha visto la sua privacy andare in fumo per via di foto ed un video diffusi dal suo ex ragazzo, ma si è trovata anche costretta a dare le dimissioni dall'asilo in cui lavorava, a causa di manifestazioni contrarie di una collega, alcuni genitori e della direttrice della scuola.
Era il 13 settembre 2016, e Tiziana Cantone veniva trovata senza vita nello scantinato di casa sua perché il suo ex aveva diffuso dei video che la coppia aveva girato in intimità.
Ecco, in una giornata come quella che ci apprestiamo ad evocare, dove tutti si ricordano che la violenza contro le donne è un atto esecrabile, vorrei esprimere la mia. So che non farà alcuna differenza, ma l'unico mezzo che ho per apportare il mio contributo ad una causa in cui credo fermamente sono le parole.
Questi sono solo tre episodi, che ho riportato volutamente, perché il femminicidio in sé, le persecuzioni contro le donne, considerate sesso debole - da chi poi -, sono ancora molte, troppe, e quella della violenza fisica non è l'unico mezzo per perpetrarla.
La violenza si insinua anche quando si configurano atti simili, che non coinvolgano per forza le botte o le offese. Violento è chi domanda com'eri vestita, se hai fatto qualcosa per provocarlo, se avevi bevuto, se la tua gonna era troppo corta, il tuo top troppo scollato, se avevi fatto il video o avevi mandato le tue foto nuda in chat.
Ebbene, vi svelo un segreto.
La sessualità è un atto consensuale ed estremamente privato, e se una donna decide di inviare foto, fare video, praticare autoerotismo e farsi vedere dal suo partner, non è una puttana.
E' deviato chi pensa di "farsi bello" venendo meno ad un patto di fiducia con la sua compagna, anche se questa non gli è più accanto. E' deprecabile l'atteggiamento di chi per mettersi in mostra, pur di affermare il proprio piccolo ego ha bisogno di procedere all'umiliazione di una donna - anche - in questo modo. E' ridicola la società che chiede, indaga e giudica lei con le domande di cui sopra, chi afferma con veemenza che "certo, se fai il video sai che prima o poi può finire in giro".
La vergogna non è di una donna che ha scelto di donarsi all'altro, nel modo in cui meglio crede. Se c'è consenso tra le parti una persona è libera di fare ciò che vuole.
Se solo rivolgessimo uno sguardo alla storia, ci renderemmo conto che delle persone, delle donne - esattamente come me e come quelle di cui ho parlato poc'anzi -, hanno dato tutto, anche la loro stessa vita, per garantire alle future generazioni dei diritti, tra cui quello all'emancipazione.
Una donna che vota, una donna che fuma, una che mette lo smalto rosso, che va dal parrucchiere a farsi i capelli verdi o a rasarli, una donna che ha la volontà di farsi un video durante un amplesso, non ha colpe, e dunque non deve provare vergogna.
La vergogna non è di una persona dotata ed esercente del proprio arbitrio.
La vergogna è di chi utilizza il libero arbitrio altrui per ferire, umiliare e distruggere.
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