"Fernweh", l'intraducibile desiderio dell'ignoto

Si traduce come "nostalgia della lontananza" la parola tedesca Fernweh, che indica la voglia di essere altrove, andare, esplorare, conoscere altri posti.

In realtà, tuttavia, questo sentimento, questa sensazione, è più riconducibile ad una nostalgia dell'ignoto, una curiosità malinconica per luoghi che ancora non conosciamo, per odori che non abbiamo ancora sentito, per emozioni che derivano da posti in cui magari non ci siamo nemmeno mai recati. 




Questo stato d'animo è un desiderio insito nel nostro essere, probabilmente nasciamo così, e questo sentimento spesso si manifesta nella voglia di fare, di andare, di metterci sempre in movimento, di tenerci sempre impegnati, di cercare quell'altrove che solo noi possiamo trovare.

Ora, altrove può essere una destinazione che abbiamo sempre desiderato raggiungere, o la voglia di sognare, la voglia di costruire quel piccolo microcosmo che ci permetta di sentirci in pace, prima di ricominciare, eventualmente, daccapo. 
Non c'è modo per placare il Fernweh. Certo, purché non diventi un cruccio che ci scompigli l'esistenza in modo negativo.

Quando ancora ero all'università, mi sono imbattuta nello studio proprio di questa parola e della sua complessità, sia per ciò che concerne lo spirito, che per quanto riguarda l'analisi stessa del termine. E dunque sono rimasta davvero molto affascinata dal fatto che esistesse questo vocabolo intraducibile, a rendere reale quella sensazione che pur avendo viaggiato, pur avendo conosciuto realtà diverse da quella in cui mi trovavo  - e tuttora mi trovo - , descrivesse il mio stato d'animo. 

Ero più piccola ed ancora più sognatrice di quanto non sia adesso, certo, ma una cosa mi fu subito chiara. 

Fernweh non è una sensazione prettamente emblematica del Romanticismo, come spesso si può pensare, anzi credo sia rappresentativo di una società in cui, molto spesso, chi ha la fortuna di avere una sensibilità più spiccata, e dunque più sottile rispetto agli standard contemporanei, si ritrova a guardarsi intorno e a sentirsi un po' come il "Viandante sul mare di nebbia" di Friedrich. 







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